L’ipnosi non è una magia con la quale l’ipnotista controlla la persona.
Al massimo può essere considerata magica perché permette di ottenere risultati sorprendenti!
L’ipnosi è un mezzo per attenuare l’influenza della parte sinistra del cervello, la parte razionale e logica, quella che spesso analizza e giudica troppo e che a volte non ci consente di fare quel cambiamento che ci sarebbe più utile, non ci consente di ascoltare il nostro più profondo io. Tale parte resta ovviamente vigile e pronta ad agire e reagire se delle abitudini sono troppo radicate, ma sela persona desidera realmente cambiare qualcosa in sè, effettuare quel clic in più, dopo qualche tempo anche questa parte remerà nella nostra direzione.
Al contrario, durante la trance si riattiva la parte destra, quella legata alle emozioni e alla creatività, quella che viene chiamata inconscio, dove sono racchiuse le risorse di cui spesso ci dimentichiamo la presenza e la potenza.
Questo è il principio alla base del meccanismo che ci consente di scendere più in profondità, attraverso un viaggio all’interno di noi stessi.
Tutte le persone sperimentano la trance e l’ipnosi più volte durante il giorno, senza neanche rendersene conto, al fine di poter elaborare i dati e le informazioni raccolte. È uno stato di profondo rilassamento, che la nostra mente sa ricreare naturalmente quando si è assorti a vedere un film, leggere un libro, fino a dimenticarsi del posto in cui ci si trova. Oppure si è in macchina e ci si ritrova dalla parte opposta rispetto a dove si desiderava andare.
L’ipnologo la ricrea per utilizzarla in modo utile. In questo modo si sospende il giudizio e si cominciano a notare cose di cui prima non ci si poteva accorgere, distratti dalla routine.
Semplificando, si potrebbe dire che già solo “spegnendo” il canale visivo, semplicemente chiudendo gli occhi, si potenziano gli altri sensi e ci si concentra meglio su ciò che è di maggiore importanza.
Anche se la persona ricorda alcuni fatti, che magari la fanno soffrire, non è detto che siano accaduti oggettivamente nel modo descritto: questo accade perché il nostro cervello vede le cose come una telecamera e le interpreta a modo suo, in base alla nostra personale “mappa del mondo”, in base cioè a tutte quelle esperienze vissute e spesso male interpretate che hanno costruito quei solidi percorsi neuronali di cui ci occuperemo in sessione.
In ipnosi si rimane totalmente vigili e si continuano a sentire eventuali rumori e movimenti esterni, soltanto che essi entrano a far parte dell’esperienza e si diventa più selettivi, cogliendo man mano solo quelli più utili. Infatti, soggetti allenati e non, possono andare in trance anche in luoghi molto rumorosi, creando la cosiddetta bolla ipnotica che isola dall’ambiente circostante.
Durante le sessioni, trattandosi d’ipnosi conversazionale, la persona in stato di trance può parlare e rispondere a tutte le domande rivolte dall’operatore, perché in tal modo riesce a scendere dentro di sé e trovare le risposte necessarie. A conferma del fatto che la parte razionale rimane sempre attiva, se la persona non desidera rispondere ad alcune domande, eviterà di farlo e non ci sarà modo di forzarla. Ciò potrebbe essere fattibile solo con l’utilizzo di determinati farmaci.
Ipnosi non significa dormire ma arrivare ad uno stato di profondo rilassamento e concentrazione.
Anche se venisse perso il contatto per qualunque motivo tra ipnologo e soggetto, o se per qualunque ragione l’ipnologo si dovesse assentare, il soggetto riemergerebbe spontaneamente dalla trance quando avrà goduto abbastanza di questo stato rigenerante e ciò in genere avviene nel giro di alcuni minuti.
In ogni caso, la prova più lampante del fatto che si è vigili durante tutta la trance, è che quando viene fatto il deconteggio finale per riportare la persona allo stato vigile, la persona apre gli occhi!
Le sessioni di ipnosi – coaching si basano invece sull’ipnosi ericksoniana conversazionale: in tal modo viene raggiunta una profondità di trance più efficace, e il soggetto non solo è vigile ma è libero di dialogare con l’ipnologo.
Alcune persone un tempo ritenevano che l’ipnosi potesse avere dei pericoli. Molte di esse non sapeva nemmeno cosa fosse né tantomeno ci si era sottoposto: ne parlava solo per sentito dire.
Come gia detto, la trance è uno stato di profondo rilassamento, che la nostra mente sa ricreare naturalmente e autonomamente più volte al giorno, quando si è assorti a vedere un film, leggere un libro, fino a dimenticarsi del posto in cui ci si trova.
Alcuni timori sono legati al fatto che si possano liberare delle sensazioni negative represse in modo incontrollato: questi timori, seppure infondati, continuano purtroppo a circolare, forse per creare quell’alone di mistero sull’ipnosi che, come già detto è un fenomeno più che naturale. Oppure per allontanare le persone da una vera presa di consapevolezza di sé stesse, al fine di poter esercitare un maggior controllo. Le ipotesi sono molteplici.
Ribadiamo, a meno che una persona non soffra di gravi disturbi psichici, in trance si rimane svegli evigili, in grado di prendersi cura di sé stessi e, ad esempio, di potersi svegliare immediatamente e autonomamente nel caso in cui ci fosse qualche emergenza.
Tra le paure più originali, alcuni temono di non risvegliarsi dalla trance e restarci a vita: ad esempio, mi è stato chiesto: -Ma se l’ipnologo dovesse morire durante la sessione, come si fa ad uscire dalla trance?-
A parte gli opportuni scongiuri, qualora dovesse anche verificarsi la circostanza più imprevedibile, ci si risveglierebbe da soli dopo alcuni minuti o comunque dopo essersi ristorati adeguatamente ed aver goduto delle stupende sensazioni legate a questa esperienza.
Durante l’esperienza vengono accettate solo le suggestioni ritenute utili, e non si possono neppure rivelare fatti di cui si vuole mantenere il riserbo. Questo per fugare anche il timore che dall’esterno si possa indurre la persona a compiere azioni non in accordo con la sua coscienza, o a carpire informazioni delicate, come ad esempio la combinazione della sua cassaforte.
Il nostro inconscio è il nostro principale alleato: infatti, se ritiene che qualcosa debba restare “sommerso”, oppure che non sia ancora il momento per affrontare una situazione traumatica, ciò non verrà fuori nelle sessioni ipnotiche finché il soggetto non sarà pronto ad affrontarlo.
L’uomo è davvero una macchina perfetta dotata di tutte le risorse necessarie: il compito dell’ipnologo è solo quello di aiutarlo a prenderne consapevolezza in minor tempo.